Il fine dell'azione di Soros, dei sedicenti filantropi e del capitalismo globalista, è omologare le varie civiltà, e la nostra, in nome di una pretesa superiorità della "società aperta", il rullo compressore che cancella ogni diversità, tradizione, comunità come retaggio della "società chiusa".
La loro presunta generosità "umanitaria" ha creato un mondo in cui i miliardari esercitano più potere che mai.
Le grandi ONG e le fondazioni filantropiche sono diventate uno dei comitati d'affari della cupola tecno capitalistica, lo strato di vernice "benevolo" dedicato a catturare - comprandolo - il consenso di massa per neutralizzare il conflitto sociale e culturale imponendo il dominio tecno-scientifico, un lucroso investimento che capovolge la dimensione pubblica del potere, della partecipazione, della sovranità, della decisione politica a favore delle oligarchie private, i signori del denaro.
George Soros è un protagonista del nostro tempo e l'Open society, la Società Aperta, è un'utopia che diventa incubo. Soros ha speso decine di miliardi di dollari per realizzare il suo sogno messianico; chi lo apprezza lo chiama filan-tropo, chi lo odia è convinto che sia una specie di incarnazione del male. Di certo rappresenta il potere del denaro che vuol farsi dominio sulle coscienze attraverso una visione del mondo il cui simbolo è il nome della creatura che gli sopravvivrà: la Fondazione per la Società Aperta.
Protagonista in molteplici scenari di congiuntura e difficoltà economica e sociale, per George Soros ogni situazione di turbolenza equivale a una possibilità di intervento, diffusione e proselitismo della sua visione del mondo. Tutti sappiamo che la correlazione non è giustificazione, ma la straordinaria ricchezza, il retroterra culturale, i legami politici e la sua esperienza nel trarre profitto dalle crisi connaturate al sistema mondo capitalistico, fa sì che questo finanziere spregiudicato sia certamente un catalizzatore di molte delle turbolenze geopolitiche e delle contraddizioni insite al potere di cui è un protagonista indiscusso.
Questo libro ripercorre la storia dell'uomo, della sua creatura politica e delle sue avventure finanziarie.
Al di là del giudizio morale sulla sua figura, nessuno può credere che il mondo sia un'oasi abitata da miliardari filantropi e che il bene dell'umanità sia l'obiettivo di quest'immenso dispositivo di potere privato.