Diciotto racconti, intensi e commoventi, sull'infanzia. Costruiti
ciascuno intorno a un oggetto (dei rapaci impagliati, il fantoccio
di un aviatore, delle maschere, una bandiera del palio...), delineano,
da varie angolazioni, una grammatica dei sentimenti. Solo
uno, "la morte", non ha oggetto: perché, al centro della morte,
non vi sono oggetti, ma soltanto il vuoto e l'orrore. In questi racconti,
però si celano anche delle domande. Chi è il misterioso
funzionario che, riemerso dal passato, sconvolge la vita d'una
famigliola sotto natale? Perché un'anziana zia, entrata nella sua
stanza, suona davanti al nipotino una Suite di Bach sul violoncello
prima di uccidersi? Come mai un alunno, un "primo della
classe", accetta la sfida mortale con un compagno? Chi è "la
piccola donnina" che, dopo averlo conosciuto all'oratorio, appare
in sogno, al suo amichetto, con un orribile livido sul braccio?
Domande, queste, destinate a restare senza risposta. Guardare al
cuore umano, al suo abisso, si può. Ma, poi, bisogna ritrarsene al
più presto.